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Classe in gita, bimbo autistico ‘dimenticato’. La storia di Giulio indigna il web

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giulioGiulio ha 14 anni. Giulio frequenta la terza media in un istituto di Livorno. Giulio soffre di una grave forma di autismo. Giulio tutte le mattine va a scuola e al suo banco è seguito da un'insegnante di sostegno che lo accompagna passo dopo passo. Giulio una mattina arriva in aula e scopre che la sua classe è sparita. Giulio inizia a chiedersi cosa sia successo. Ma come sparita? Un'astronave l'ha portata via? Uno sciopero improvviso? Un pesce d'aprile in ritardo? Siamo su Scherzi a Parte? Niente di tutto questo. La classe è andata in gita, senza Giulio. Giulio è rimasto a casa. Nessuno ha avvisato Giulio, né tanto meno la sua famiglia. Il pullman è partito senza di lui. Giulio per questo è triste.
Ma al di là della tristezza c'è la rabbia. Non contro qualcuno o qualcosa, ma per il modo con cui tutto questo è avvenuto e per l'idea, la sola idea, che questo potrà avvenire una seconda volta nei confronti di Giovanni, Mario, Luigi, Alberto, Luca e di tanti altri bambini con disabilità, lasciati "fuori", lasciati ai margini, lasciati alla fermata del pullman.
Non vogliamo fare nomi, non vogliamo puntare il dito contro qualcuno, accusare, creare mostri mediatici. Lo scopo non è questo. Lo scopo è lanciare un messaggio, senza forche o gogne.
Lo scopo è che ogni Giulio del mondo possa avere il diritto di scegliere, e ribadiamo "scegliere", dopo un'attenta valutazione della famiglia e dei medici specialisti, se salire o meno su di un pullman per una gita con i compagni di classe.
"La dirigente scolastica- spiegano i genitori di Giulio al telefono con Quilivorno.it - ci ha spiegato che la decisione di non portare nostro figlio in gita è stata presa dal consiglio dei docenti e così era stato deciso. Vogliamo premettere che crediamo nella buona fede degli insegnanti, ma la cosa che più ci fa arrabbiare è che nessuno ci abbia avvisato del fatto, che nessuno ci abbia consultato prima di prendere una decisione di questo tipo, di escludere Giulio da una gita scolastica a pochi chilometri da Livorno, e che nessuno ci abbia comunicato niente dopo. Ormai Giulio è al termine del suo percorso scolastico in quell'istituto, quindi anche all'ultima gita in programma. Quello che ci preme è che questi fatti non accadano a nessun altro bambino e a nessun'altra famiglia. E' una cosa a dir poco disdicevole".
La campagna di solidarietà sui sui social network - Sui social network, e in particolare su facebook, si è scatenata una vera e propria campagna di solidarietà nei confronti del 14enne. Tanti, tantissimi livornesi, di cui inseriamo alcune foto qua sotto in pagina, hanno deciso di scattarsi una foto con un cartello e una semplice scritta "Io sono Giulio".  Tra i tanti che hanno postato un selfie di solidarietà anche il consigliere regionale del Pd, Francesco Gazzetti, il giornalista sportivo Fabrizio Pucci e molti altri cittadini che hanno voluto così tendere una mano virtuale al giovane studente rimasto a casa.

Ecco il  messaggio a firma di Giulio, che nella giornata di martedì 12 aprile ha iniziato a girare su facebook:
"Mi chiamo Giulio, ho 14 anni , sono affetto da autismo, ma sono anche "altro"! La mia classe oggi è in gita: io no! Nessuno ha avvertito la mia famiglia, quindi...sono andato a scuola e mi sono trovato da solo. Peccato mi sarebbe piaciuto molto passare una giornata all'aria aperta, in pullman, mi piace molto il pullman. Però "qualcuno" ha ritenuto che non era adatta a me questa giornata.
Ci sono rimasto molto male ma non potendo esprimermi a parole sembra che a quel "qualcuno" non importi. Sarei potuto essere felice oggi.... Invece....".

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