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In mille alla prima via Crucis in piazza Dante. Il vescovo: “Manca la solidarietà, non le case”

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di Roberto Olivato

E’ stata la prima volta che la via Crucis cittadina si è svolta in piazza Dante, luogo di rifugio per tanti emarginati e punto d’incontro fra loro e le associazioni di volontariato che se ne prendono cura. Circa un migliaio di persone, fra cui numerosi giovani, alle spalle del vescovo hanno seguito il Crocifisso in un percorso dove i problemi della disoccupazione, della povertà, dell’immigrazione e dell’emarginazione sono stati i temi che nella penombra del parco della stazione hanno reso l’atmosfera più ricca di misticità. Ad organizzare il tutto sono state le parrocchie del secondo Vicariato: Sacra Famiglia, San Giuseppe, Nostra Signora di Fatima, Santi Matteo e Lucia, Sant’Andrea, San Pio X e Sacro Cuore con i rispettivi parroci e parrocchiani. Al termine della processione, controllata a distanza con discrezione dalle forze dell’ordine, monsignor Giusti ha avuto parole riprovevoli verso chi contribuisce a lasciare nell’immobilismo la nostra città: “Vogliamo che la Pasqua rappresenti anche la resurrezione di questa città! Non è che a Livorno mancano case, ma non si sanno condividere le risorse. C’è una marea di case – ha proseguito con fervore il vescovo - ma sin quando ci sono i soliti furbetti delle case popolari o di altre case, il problema non si risolverà. Non manca la ricchezza perché tutti possano vivere in maniera dignitosa, manca la solidarietà perché tutti abbiano la possibilità di lavorare, ma non si sa condividere. Non manca lavoro, ci sono tante strutture pubbliche che hanno bisogno di lavoro e lavoro urgente, ma manca solidarietà e la volontà”.
Ricordando come la Croce non sia segno di morte ma di amore, il vescovo ha auspicato che questa Pasqua trovi il cuore degli uomini predisposti alla solidarietà ed all’amore verso la difesa del bene comune per il bene di tutti.

Monsignor Giusti, papa Francesco nel messaggio per la XXXII Giornata mondiale della Gioventù ha detto: “Il nostro tempo non ha bisogno di giovani divano”, volendo con ciò stimolarli a non aver timore nell’affrontare le sfide della vita, ma a Livorno per i giovani senza lavoro cosa si può fare? “Quello che dicevo poco fa, non è più tempo di chiacchiere è necessario che chi di dovere metta in campo tutte le risorse e tutte le iniziative affinché si aprano le porte del lavoro. Noi stiamo provando a cercare di far dialogare le parti. Vedremo cosa riusciremo a fare.”

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