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E' una vera e propria impresa quella che
Sandro Lulli, ex giornalista, ha compiuto l'8 aprile (
fotogallery di Simone Lanari). Un'impresa per la verità, anzi per due verità. Per cercare cioè, da una parte, di tenere accesi i riflettori e fare luce sulle cause che hanno portato alla tragedia del
Moby Prince (il 10 aprile si svolgeranno tutte le iniziative celebrative) e dall'altra per chiedere verità sull'incidente che ha portato
Jacopo Pieri a perdere la vita in un incidente. Lulli nel suo piccolo quei riflettori è riuscito ad accenderli, percorrendo con la sua imbarcazione (una jole costal rowing), in solitaria, i 70 km circa che separano la Capraia da Livorno. Sbarcato intorno alle 18 all'Andana degli Anelli, dopo
12 ore di navigazione scortato dal figlio e dal medico personale presenti a bordo di una imbarcazione della Svs, Lulli è stato accolto a terra dalla postazione medica della Svs (che tra l'altro aveva allestito un maxi schermo dove poter, passo passo, seguire la rotta di Lulli dotato di gps) e da tante persone comuni.
Inoltre, erano presenti Luca Agamennoni, Loris Rispoli, i genitori di
Jacopo Pieri e il comandante
Gregorio De Falco. Poi, stremato e in segno di preghiera, ha appoggiato entrambe le mani sulla lapide che ricorda i nomi delle vittime del Moby Prince.