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Porta a Porta Ardenza-La Rosa: al via assemblee pubbliche

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In previsione dell’avvio del nuovo servizio di raccolta dei rifiuti con modalità “porta a porta” nelle aree Ardenza-La Rosa-Costanza, previsto per lunedì 29 gennaio 2018, sono in programma le consuete assemblee pubbliche durante le quali i cittadini potranno confrontarsi con i tecnici di Aamps per porre quesiti oppure per concordare eventuali sopralluoghi dove si ritiene possano essere introdotti accorgimenti operativi finalizzati a favorire la corretta erogazione del servizio:

Abitanti “Ardenza”: martedì 16/01/2018, ore 18.00-20.00 (Circolo ricreativo via della Gherardesca 30).
Abitanti “La Rosa-Costanza”: giovedì, 18/01/2018, ore 18.00-20.00 (Circolo ricreativo via Cuoco 12/14).

In tali occasioni sarà presente anche la postazione mobile utile per i cittadini che ancora non avessero ritirato lo “starting kit” composto da una bio-pattumiera e una prima fornitura gratuita di n. 60 sacchetti biodegradabili da 10 lt. per l’organico, l’opuscolo informativo e il calendario con indicati i giorni e gli orari di esposizione e raccolta dei contenitori e dei sacchetti.

Per ulteriori informazioni: numero verde 800-031.266, “whatsapp” (3666200878), www.aamps.livorno.it, info@aamps.livorno.it, facebook/twitter/app (“Aamps Livorno”).

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Case popolari, c’è l’ok per 23 nuovi alloggi

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Il Lode livornese (Livello ottimale d’esercizio) ha dato il via libera al finanziamento dei progetti di realizzazione di 23 nuovi alloggi popolari, di cui 10 in via Giordano Bruno e altri 13 presso il blocco 417 della Chiccaia (nella foto in pagina) nel quartiere Shanghai, a Livorno.
La delibera di rilocalizzazione delle risorse, 3,7 milioni di euro in tutto, è stata approvata all’unanimità dai rappresentanti dei Comuni che hanno partecipato all’incontro.

“Grazie a questo provvedimento - ha commentato l’assessore alle Partecipate, Valentina Montanelli, che ha preso parte al Lode - saremo in grado finalmente di abbattere e ricostruire il complesso della Chiccaia e portare a compimento il progetto che abbiamo candidato al contributo governativo contenuto nel piano di riqualificazione delle periferie. Si tratta di un primo, decisivo, passo per sanare una situazione divenuta insostenibile e per dare finalmente una risposta concreta a decine di famiglie livornesi in difficoltà”.

I partecipanti al Lode non hanno ancora trovato un’intesa definitiva sulla composizione del Comitato tecnico, ma da parte dei partecipanti sono emersi incoraggianti segnali di apertura. Sul tavolo sono rimaste le due proposte presentate dal Comune di Livorno da un lato e dagli altri Comuni della provincia dall’altro, che i partecipanti si sono riservati di valutare prima del prossimo Lode.

Il Lode ha altresì dato incarico a Casalp di elaborare una proposta di atto di indirizzo sulle spese di funzionamento della società per il budget 2018-2019 da inviare a tutti i sindaci dei 20 Comuni per la successiva trattazione e approvazione in sede di Lode.

Il Lode ha infine individuato nel Comune di Livorno, in qualità di coordinatore, il soggetto per le procedure di iscrizione di Casalp all’albo dell’Anac, che sarà attivato a partire da lunedì 15 gennaio. "Rispetto alle ultime riunioni - conclude Montanelli - siamo riusciti a lavorare in piena sintonia e questo è un bene per tutti. Sono fiduciosa che presto si riesca a sbloccare anche la partita del Comitato tecnico".

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Alluvione, indagato Nogarin: “Vado avanti”. Le opposizioni chiedono le dimissioni

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Davanti al consiglio comunale e a buona parte della stampa e delle tv nazionali (Sky, Tg5 fra le altre), Nogarin (foto Lanari) ha annunciato che andrà avanti: "Io ho un lavoro da portare a termine e per questo continuerò a svolgere il mio ruolo con il massimo impegno e la dedizione di sempre". Dal canto loro, le opposizioni hanno chiesto le dimissioni. In fondo all'articolo potete trovare il discorso integrale tenuto il 16 gennaio dal primo cittadino nella sala consiliare del Comune. Qui sotto il post pubblicato il 15 gennaio sul profilo Facebook con cui ha rivelato di essere stato indagato per concorso in omicidio colposo nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla procura di Livorno sull'alluvione che ha colpito Livorno la notte fra il 9 e il 10 settembre 2017. Secondo quanto riportato nella giornata del 16 gennaio da tv e agenzie di stampa, tra gli indagati ci sarebbe anche il comandante della polizia municipale e responsabile della protezione civile Riccardo Pucciarelli.

Partito Democratico - Di fronte all'indagine per concorso in omicidio colposo che vede coinvolto il nostro primo Cittadino non possiamo che tornare a chiedere che quanto prima si arrivi a rendere giustizia alle vittime e ai loro familiari, a cui va il nostro primo e costante pensiero. Dal primo giorno riteniamo che se non si fosse smantellata la macchina della protezione civile per mere ragioni politiche, e se il Sindaco quella sera fosse stato vigile e presente, così come dovrebbe sempre avvenire in casi come questi, e avesse utilizzato tutti gli strumenti a sua disposizione per avvertire la popolazione del pericolo imminente, forse avremmo potuto avere conseguenze meno nefaste: ma pur alla luce di questa convinzione, attendiamo l'esito delle indagini, avendo massima fiducia e rispetto della Magistratura, perché al contrario del M5S non è nostra abitudine costruire polemiche politiche su delle disgrazie. Non sappiamo come il Sindaco possa serenamente continuare a svolgere il proprio ruolo di rappresentante della cittadinanza con un capo di accusa tanto grave sulle spalle, e di questo pensiamo debba rispondere oltre che alla sua opposizione, anche alla sua coscienza. Al momento invece abbiamo assistito solo a un penoso scaricabarile e ad un’autoassoluzione che ha dell'incredibile: "io so di aver operato nel massimo rispetto delle leggi e delle procedure", queste le testuali parole che il Sindaco ha affidato a Facebook. Quindi in situazioni straordinarie in cui si dovrebbe stare ben saldi alla plancia di comando, come del resto tutti gli altri Sindaci farebbero (ed hanno fatto anche in casi a noi vicini in questa occasione), secondo il nostro primo cittadino, è normale dormire ed aspettare di essere svegliati da qualcuno. No Sindaco, lei non è "un" responsabile ma "IL" responsabile, e non è ammissibile comportarsi con tanta leggerezza e superficialità. Per 365 giorni l'anno, durante ciascuno dei 5 anni del suo mandato, è Lei il capo della protezione civile comunale, il principale responsabile della sicurezza di una comunità di 160mila abitanti. Prenda atto di questo e valuti, finalmente con responsabilità, se il suo (non) agire abbia tenuto fede a questo fondamentale impegno.

Sinistra Italiana e Liberi e Uguali - Dopo il nubifragio del 10 settembre che ha colpito duramente e tragicamente la città di Livorno, la Magistratura, come da prassi, ha avviato le indagini per capire  se ci fossero responsabilità penali e/o civili nella gestione delle emergenze e dei soccorsi. Ieri è arrivata una notizia già attesa. L'iscrizione nel registro degli indagati del sindaco Nogarin per omicidio colposo plurimo in concorso con altri. Ciò non ci lascia stupiti, ma nemmeno insensibili dal momento che egli è il diretto responsabile della protezione civile comunale. Si tratta di un atto dovuto, ma vorremmo che le indagini andassero oltre, senza fermarsi agli accadimenti del 10 settembre e a chi in quel momento aveva in mano le chiavi della città. La Magistratura quindi, lavori in serenità e faccia il suo dovere per capire se vi sia dolo nel comportamento del Sindaco, senza però tralasciare indizi e tracce che vadano oltre la superficie poiché spesso le scelte e l'autonomia degli uffici pesa ancor più di una firma apposta su un documento ufficiale dal primo cittadino, a maggior ragione se queste scelte hanno vita molto lunga e non sono state compiute durante l'odierna legislatura di governo della città. Sinistra Italiana ha piena fiducia negli inquirenti livornesi, così come auspica che il Sindaco Nogarin sia stato in grado di fornire le giustificazioni dovute durante l'interrogatorio di garanzia già avvenuto, augurando a lui, quale rappresentante delle istituzioni e alla città, che il suo operato possa risultare indenne nella gestione di questa terribile vicenda. Non dimentichiamo le 8 vittime e il peso doloroso dei loro nomi. Ci preme sottolineare in questa sede che il Sindaco avrà forse responsabilità e colpe, non sta a noi giudicarlo, ma riteniamo che ciò che è avvenuto nella notte del 10 settembre non si possa far risalire esclusivamente solo all’eccezionale evento di quella maledetta notte, perché siamo sicuri che le cause di quanto successo, risalgano a scelte fatte nel passato sulla gestione miope di quella parte di territorio Livornese, senza guardare la fragilità e la pericolosità di quella porzione di città  e di ciò che avviene a monte di essa.
Auspichiamo la conclusione a breve delle indagini per fare luce sugli accadimenti, così come una pianificazione veloce e realistica degli interventi di messa in sicurezza sul territorio già colpito dall'alluvione, sottolineando che le opere non dovranno essere un temporaneo palliativo ma dovranno essere risolutive e atte a garantire sicurezza ai cittadini.Un territorio in pericolo, tiene in ostaggio chi lo vive e non garantire la loro sicurezza, significa abdicare alle responsabilità da parte di una macchina fondamentale di garanzia come solo può essere il Comune in ogni città in questo Paese.

Il post Fb di Nogarin (15 gennaio) - "Questa mattina sono stato interrogato dai pubblici ministeri di Livorno che stanno indagando sull'alluvione del 10 settembre. Mi è stato comunicato di essere indagato per concorso in omicidio colposo - scrive Nogarin sul social network - Non sono stupito per questa indagine, visto che in quanto sindaco sono il diretto responsabile della Protezione civile comunale. Io so di aver operato nel massimo rispetto delle leggi e delle procedure, ma è chiaro che davanti alla morte di 8 persone gli investigatori debbano approfondire ogni dettaglio ed esaminare la condotta di ciascuno degli attori in campo quella notte e non soltanto".
"L’ipotesi di accusa è molto pesante, sarei un irresponsabile e un pazzo se la sottovalutassi - continua a scrivere il primo cittadino-  Oggi ho fornito agli inquirenti tutte le risposte e le spiegazioni che mi sono state richieste e sono a completa disposizione dei magistrati per chiarire loro, anche nei prossimi giorni, ogni eventuale dubbio. Questo è un momento per me molto difficile, sia come sindaco che come uomo. Ma voglio rassicurare i miei concittadini: continuerò a lavorare con il massimo impegno e dedizione anche nei prossimi mesi per portare a compimento quel percorso di miglioramento della città di Livorno, che abbiamo cominciato ormai 3 anni e mezzo fa".

 

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Terme illuminate per scoraggiare atti vandalici

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Le Terme del Corallo tornano a illuminarsi, questa volta in maniera definitiva. Si è concluso alla fine di dicembre, infatti, l'intervento di illuminazione della facciata dell'antico stabilimento termale finalizzato a favorire una maggiore sicurezza dell'area, scoraggiando eventuali atti di vandalismo, e a mantenere accesa l'attenzione, anche simbolicamente, sulla storica struttura. Nelle settimane scorse sull'impalcato del cavalcaferrovia della stazione sono stati collocati tre proiettori a led da 100 watt ciascuno, così da garantire ai tre edifici del complesso termale che delimitano il parco un'atmosfera molto suggestiva.

L'operazione rientra nel pacchetto di interventi di manutenzione straordinaria e miglioramento dell'illuminazione pubblica deliberato dal Comune, per una spesa totale di circa 28mila euro, che ha interessato diversi altri luoghi della città. Lungo i loggioni degli Scali Novi Lena, in corrispondenza delle cantine - abituale luogo di ritrovo serale per tanti livornesi - i vecchi corpi illuminanti sono stati sostituiti con lampade al led e dotati di una lastra in policarbonato satinato di forte spessore a garanzia di una migliore diffusione della luce e di una riduzione di eventuali disservizi elettrici. L'area di sgambatura cani all'interno del parco in via Inghilterra, alla Scopaia, molto frequentata dai cittadini della zona ma priva di adeguata illuminazione, è stata finalmente dotata di proiettori al led. Altri interventi hanno riguardato la sostituzione di lampioni di vecchio tipo con nuovi al led anche in via Badaloni e in via Toscana. Tutti i lavori rientrano nel piano di riqualificazione dell'illuminazione pubblica cittadina con lampade a led che consentono un sostanziale risparmio energetico.

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Lavori alla fontanella di via del Gazometro

Carenza di sangue. Fratres invita tutti a donare

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Il gruppo di donatori di sangue Fratres lancia un appello a tutti i donatori sottolineando una una grave mancanza di sangue riscontrata in città in questi giorni di tutti i gruppi sanguigni. L’appello è lanciato proprio dal presidente dell'Associazione Fratres sezione di Livorno Dario Senzacqua che chiede l’aiuto di tutti i livornesi appellandosi al grande senso di solidarietà che ha sempre caratterizzato al nostra città. “Chiedo a tutti i livornesi che possono farlo di venire a donare sangue. E’ davvero una carenza importante e un piccolo gesto può salvare tante vite, perché donare aiuta a vivere. Con l'occasione ringrazio tutti i donatori che con i loro gesti contribuiscono a rendere questo mondo migliore".
Chiunque fosse disposto a donare può contattare il numero del call center 389-13.44.694

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“Una realtà carica di violenza” al Centro Donna

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di Annalisa Castagnoli

"Una realtà carica di violenza", questo il titolo del percorso di riflessione sulla violenza nella contemporaneità ideato dall’Associazione Evelina de Magistris, che avrà inizio mercoledì 17 gennaio alle ore 16,30 presso il Centro Donna Liliana Paoletti Buti (largo Strozzi 3, Livorno) e che si dispiegherà nei prossimi mesi, con appuntamenti sia a Livorno che a Pisa.

Un’importante iniziativa che aiuta a riflettere su una tematica tanto attuale quanto sofferta, quella della violenza in ogni sua forma e genere: la sofferenza e la morte verso altri esseri umani, la violenza del/nel lavoro, la violenza contro le donne – ancora presente in larga scala nel nostro Paese – la violenza terroristica.
Ogni giorno sentiamo parlare di violenza, nei giornali, alla tv, tra le scrivanie dell’ufficio, tra i banchi di scuola e ogni giorno migliaia di persone ne rimangono vittima e lottano per cercare di espiarla.

Maria Luisa Boccia e Bia Sarasini, due delle autrici del documento Sulla violenza, ancora pubblicato su DeA il 23 novembre 2017 (in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 25 novembre), apriranno il percorso di incontri per riflettere proprio sul tema della violenza e sulle sue conseguenze, traendo spunto da ciò che hanno scritto e divulgato.

“Siamo convinte di stare assistendo ad una corsa alla violenza dai connotati disparati e inediti” dichiarano le Evelinas “Nello stesso tempo, noi come altre e altri non ci rassegniamo e facciamo nostre le parole con cui si chiude il documento Sulla violenza, ancora – disponibile all’indirizzo http://www.evelinademagistris.it/wp-content/uploads/2018/01/sulla-violenza-ancora.pdf – La violenza non si contrasta se ci isoliamo. Si contrasta con le relazioni che sono il collante del legame sociale. Nessuna causa, pur giusta, legittima il gesto di uccidere. Avversare la violenza significa avere un’attenzione e un’apertura: a sé, all’altro/altra, al mondo e alla terra in cui viviamo, alle forme di convivenza, un quotidiano pensiero per l’altro, l’altra. Prendersi cura è già politica.”
È possibile inoltre, per i più interessati, inviare opinioni, contributi, proposte e arricchimenti all’indirizzo dell’Associazione webevelinademagistris@gmail.com

 

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Vento fino a 120 all’ora, riaperto alle 13,30 il viale Italia

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Il picco massimo del vento è stato raggiunto alle 6,10 del 17 gennaio quando il vento ha fatto registrare i 120 km/h. Lo comunica l'Avvisatore Marittimo (clicca sul link in fondo per consultare la fotogallery a cura di Simone Lanari). I vigili del fuoco fanno sapere che dalla sera del 16 gennaio si è assistito ad un progressivo rinforzo dai quadranti occidentali (con punte di 50 nodi) sull'intera parte continentale della provincia e sulle isole dell'arcipelago. Gli interventi al momento sono concentrati in zona centro e sull'Isola d'Elba. La tipologia è quella tipica dei danni da vento e cioè rami o alberi pericolanti (da segnalare un grosso albero caduto in via San Gaetano), gronde pericolanti, antenne, tende, vetrate pericolanti ecc. Il Comando ha potenziato per l'occasione i propri organici con ulteriori squadre sull'Isola D'Elba e Livorno. L'allerta è prevista fino alle ore 20 di mercoledì 17 gennaio. Si stanno monitorando i parchi pubblici per controllare la stabilità delle alberature. Tutto il viale Italia è stato riaperto al traffico intorno alle ore 13.30 del 17 gennaio, dopo l’ultimo intervento delle macchine spazzatrici di Aamps che hanno liberato la strada dai detriti ripetutamente trasportati dalle mareggiate. I vigili urbani tengono comunque sotto controllo lo stato dei viali a mare. Il titolare della Baracchina Marrakesh alla Rotonda: "La struttura oramai è veramente provata e non è idonea per come è fatta a resistere al vento e mareggiate. E' un rischio continuo. Abbiamo subito danni anche noi".

Nave urta la banchina creando danni all’infrastruttura - È di bandiera norvegese la nave che nella notte, intorno alle ore 3.00, ha rotto gli ormeggi alla calata Alto fondale del porto di Livorno, andando ad urtare alla radice del molo in prossimità dell’accosto 43, creando danni all’infrastruttura. Una voragine di alcuni metri si è aperta, dopo che la nave, un cargo di circa 40.000 tonnellate di stazza, per circa 200 metri di lunghezza, in balia dal forte vento, è entrata in collisione con la banchina. Sul posto, nell’immediato, sono intervenuti gli uomini del nucleo nostromi della Guardia costiera. Guardia costiera che ha coordinato le operazioni recupero e riormeggio dell’unità, avvenute grazie alla spinta di due rimorchiatori portuali. Con un pilota del porto a bordo e con il contributo degli ormeggiatori la nave è stata riposizionata all’accosto 44, a circa una quarantina di metri dal luogo del sinistro. In mattinata gli ispettori del Port State Control della Capitaneria di porto sono saliti a bordo della nave al fine di chiarire le cause dell’incidente e verificare, anche con l’intervento dell’ente di classifica, le condizioni di sicurezza e navigabilità del cargo. Dai primi controlli, da confermare tramite ispezioni subacquee, non appena le condizioni meteo lo permetteranno, sembrerebbe che l’unità navale abbia riportato danni alla timoneria e all’elica.

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Più armonizzate e funzionali, così cambieranno le baracchine sul lungomare

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Il Comune di Livorno detta nuove regole per le baracchine di sua proprietà situate sul lungomare. La Giunta Municipale ha approvato infatti nei mesi scorsi le Linee Guida per gli interventi di riqualificazione e ampliamenti funzionali delle strutture (clicca sul link in fondo all'articolo per consultare nel dettaglio gli interventi previsti baracchina per baracchina). Quali materiali utilizzare, come organizzare gli spazi esterni in periodo invernale, quanto possono essere ampliate e a quale scopo. Una serie di indicazioni progettuali che hanno il duplice fine di migliorare sì la funzionalità  delle baracchine in relazione allo svolgimento dell’attività da parte dei gestori, ma anche di garantire al tempo stesso una riqualificazione armonizzata ed unitaria del lungomare cittadino. Tali criteri e indirizzi rispondono all’obiettivo di consentire eventuali ampliamenti funzionali delle strutture contemperando l’interesse dei gestori ad un miglior utilizzo della struttura, funzionale anche al miglioramento della qualità del servizio offerto al cittadino, con l’interesse dell’Amministrazione comunale di individuare per tali immobili di sua proprietà indicazioni progettuali per una riqualificazione armonica ed omogenea del lungomare livornese. Le linee guida approvate sono il frutto di un lavoro interdipartimentale che ha portato ad una ricognizione generale sullo stato delle baracchine ed a classificarle in quattro distinte categorie in ragione delle loro diverse caratteristiche intrinseche, storico testimoniali, morfologiche nonché della loro collocazione.

Nella categoria n.1 rientrano le Baracchine presenti dallo Scoglio della Regina fino alla Terrazza Mascagni. Nella categoria n.2 le Baracchine corrispondenti alle attuali Pick Bar, Oasi e Nicla. Nella categoria n.3 la Baracchina Bianca e la Baracchina Rossa infine nella categoria n. 4 quelle corrispondenti alle attività l’Ostricaio, Adone, Marrakesch, Acquamarina e La Vela. Per ogni singola Baracchina è stata comunque redatta una documentazione catastale e fotografica  con indicata la superficie del manufatto, le pertinenze e l’individuazione delle aree dove è previsto l’eventuale ampliamento funzionale.

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Cuba, eroe di Rigopiano, in onda a Rai 1

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E chi lo ha detto che i cani non sono i migliori amici dell'uomo? Prendete Diana, pastore australiano di 9 anni. Tea, Weimaraner di 5 anni. Kobe, labrador nero di 7 anni. Loro, ve li ricorderete, sono i nuovi dottori (anzi DOGtori) del reparto di pediatria (clicca qui per i dettagli e rivedere i tre video del loro primo giorno di servizio di pet therapy). E poi ci sono cani come Cuba, Border Collie femmina di 9 anni, cani-pompieri impegnati nei soccorsi in caso di calamità e tragedie. Cuba è stata protagonista, insieme al suo conduttore Luca Bacci, caposquadra livornese dei vigili del fuoco, esperto istruttore cinofilo e componente della squadra Usar, a Rai 1 nella trasmissione Uno Mattina del 18 gennaio. Luca Bacci e Cuba sono stati inviati quali eroi di Rigopiano a un anno dalla tragedia come forma di ringraziamento per ciò che cani come Cuba, e vigili del fuoco come Luca, hanno fatto quel giorno (prima di Rigopiano Cuba è stata impiegata anche nel terremoto dell'Emilia e nell'esplosione di una palazzina a Napoli). "Erano le 23 del 18 gennaio - ricorda Luca Bacci - Ero in servizio a Livorno quando sono stato allertato dalla direzione regionale dei vigili del fuoco per congiungermi agli altri Usar e unità cinofile alla volta di Rigopiano. Arrivati sul posto mi sono trovato davanti ad una scena travolgente. Dell'albergo era rimasto poco o nulla. Cuba, che vive con me, è stata impegnata nella bonifica dell'area alla ricerca di persone ancora vive; è stata anche calata all'interno della struttura. Non è stato semplice per lei e per noi conduttori chiamati anche ad accudire e proteggere i cani, infreddoliti e bagnati, dal gelo".

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Scippato disabile mentre rientra a casa

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Il signor Franco, 59 anni, stava rientrando a casa sugli scali del Cantine. Dopo aver posteggiato l'auto si è diretto all'ascensore esterno dello stabile in cui abita quando è stato avvicinato da un uomo. "Erano le 17 circa di mercoledì 17, mentre stavo per chiamare l'ascensore ho realizzato che dietro di me vi era una presenza. Mi sono girato di scatto e ho urlato". Lo scippatore, però, era già riuscito a sfilargli lo zainetto, con all'interno effetti personali e portafoglio, e a scappare. In quel momento non c'erano persone in strada. Franco e la moglie hanno fatto un giro nel quartiere sperando almeno di ritrovare lo zainetto senza, tuttavia, ricavarci un granché. A Franco non è rimasto altro che sporgere denuncia alla polizia. "Non sono riuscito a vederlo in faccia - spiega la vittima - perché quando mi sono voltato si era già dato alla fuga. Purtroppo nel quartiere, come ho detto alla polizia, non ci sono telecamere. Posso solo dire che mi sembrava sulla trentina, era magro, carnagione chiara ma forse non italiano. Se ha detto qualcosa? Ha detto "scusa, scusa vado via", in realtà mi aveva derubato. E' la prima volta che mi succede e spero sia anche l'ultima".

Il commento di Fabrizio Torsi, presidente associazione paraplegici Livorno - Un ladro ha sottratto dalla sedia a rotelle lo zaino che viene comunemente agganciato alle maniglie della carrozzina. Un fatto gravissimo e pericoloso anche per la sicurezza e salute dei disabili oltre che offensivo. Che prima o poi saremmo arrivati a tanto era prevedibile. Chiediamo più agenti in borghese attivi sul territorio perché i "nuovi scippatori" sono diventati grandi ed hanno messo su cervello; senza fatica attaccano prede indifese. Siamo passati dall'anziano al disabile... roba da signori davvero!  Personalmente sono stato attaccato e sovrastato fisicamente da una donna di oltre 90 kg, ma credevo che fosse un caso isolato quello di aggredire un disabile... mi stavo abituando alle violenze ed agli abusi da parte di particolari badanti e professionisti del settore messe in risalto dalla stampa e notiziari tv ma da oggi dobbiamo difenderci da nuovi pericoli. Eravamo e siamo impegnati a gestire una vita difficile che risente dei tagli alla spesa sanitaria e sociale applicata dai burocrati, eravamo e siamo impegnati a non cadere a terra a causa di buche ed a non sporcarsi le mani con lo sterco dei cani mentre spingiamo le ruote delle nostre sedie. Siamo impegnati a difendere la nostra dignità e a dimostrare che un evento prepotente come una lesione midollare non ferma un uomo determinato a vivere ma non possiamo vivere dimenticando di vivere. Poco altro da aggiungere se non amarezza e sdegno. Come ladro fai schifo!

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Santa Trinita, partono (finalmente) i lavori

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Partono lunedì 22 gennaio i lavori di riqualificazione del ponte della Santissima Trinità (ponte di Santa Trinita).
Dopo gli interventi (eseguiti durante la scorsa estate) per una maggiore sicurezza dei conducenti e dei pedoni, con la correzione della pendenza della carreggiata del ponte, la realizzazione in via della Cinta Esterna di un attraversamento pedonale illuminato ed altri accorgimenti per moderare la velocità dei mezzi che si immettono sul ponte, adesso è la volta dei lavori al parapetto, danneggiato da intemperie, atti di vandalismo e sbandamento di veicoli e, di conseguenza, transennato da alcuni anni. L’intervento prevede il rifacimento della balaustra con sostituzione dei pannelli laterali in cemento danneggiati e la riqualificazione e verniciatura degli elementi verticali e del corrimano, previa sostituzione dei tratti di ringhiera danneggiati. La durata contrattuale dei lavori è di 90 giorni (fino al 24 aprile) tuttavia se le condizioni meteorologiche saranno favorevoli l’intervento potrebbe concludersi entro un paio di mesi.

Le modifiche alla viabilità - Per quanto riguarda le inevitabili modifiche temporanee alla viabilità, il maggior disagio si registrerà nel periodo che va dal 29 gennaio al 17 febbraio (indicativamente una ventina di giorni) quando, per consentire la sostituzione dei pannelli in cemento e di alcuni tratti di ringhiera, il ponte di Santa Trinita potrà essere percorso solamente in direzione nord-sud.
Per agevolare i conducenti diretti verso nord, e in particolare il rientro a casa dei pendolari che di giorno lavorano in centro, sarà temporaneamente abrogata la zona a traffico limitato lettera “A” Quartiere Venezia (sempre dal 29 gennaio al 17 febbraio) con spegnimento delle telecamere ai varchi elettronici, che normalmente entrano in funzione alle ore 20. In questo modo sarà possibile utilizzare il percorso alternativo da via della Venezia, evitando il passaggio da via Borra e l’addentrarsi nella Venezia. Rimarranno invece sempre attive, 24 ore su 24, le telecamere ai varchi elettronici della zona pedonale di scali del Ponte di Marmo e scali del Monte Pio. Per tutta la durata dei lavori (dal 22 gennaio al 22 aprile) sarà a disposizione dei pedoni solo uno dei due marciapiedi del ponte di Santa Trinita (alternativamente quello lato ovest o quello lato est, a seconda delle necessità del cantiere). Inoltre, sempre dal 22 gennaio al 22 aprile, per consentire la sistemazione delle impalcature per la sostituzione dei pannelli della balaustra, sarà interdetta una porzione del sottostante “Parcheggio Santa Trinita” gestito da Tirrenica Mobilità, con soppressione di alcuni stalli per la sosta.

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Mario alla ricerca di quel “Magico Battito”. “Vorrei riascoltare il cuore di Christian”

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Vent'anni. Era il 19 gennaio del 1998 quando Christian Bartoli chiuse gli occhi su questo mondo. Vent'anni. Un battito di farfalla o un'infinità. Un secolo o un secondo. Il dolore non ha tempo, la speranza tanto meno. Ed è quella che anima babbo Mario che, insieme alla sua inseparabile amica a quattro zampe Kyra, ha intrapreso un vero e proprio percorso di vita dedicato al prossimo. "In vent'anni ho percorso un cammino, una vera e propria storia fatta di emozioni e persone, vissuta  solo grazie a Christian", spiega Mario Bartoli raggiunto al telefono. Ed è proprio nel giorno del ventesimo anniversario della morte del figlio che il padre ha appeso in alcuni punti simbolo della città uno striscione con la data dell'anniversario e con la scritta "Dove sei magico battito?". Ed eccola la speranza che si arrampica forte e non molla la presa. Quella di riascoltare quel battito dentro al petto, quel ritmo di vita, quell'onda che non si è mai spenta.
"Per legge -spiega Mario Bartoli a Quilivorno.it - non possono dire ai familiari il ricevente della donazione. Il mio intento è però riascoltare solo magari per una volta il cuore di Christian battere. So che l'operazione di donazione è stata eseguita in un ospedale bolognese e che il ricevente, un uomo, all'epoca dei fatti aveva 51 anni e ora, all'età di 71, gode di buona salute perché periodicamente si reca lì per dei controlli. Questo sono riuscito a saperlo, ma non di più. Solo il ricevente, su richiesta, potrebbe conoscere il nome del suo donatore. Ed è quello che prima o poi spero faccia colui il quale sta vivendo con il cuore di mio figlio".
In occasione di questa ricorrenza Mario Bartoli ha rilanciato forte il suo appello, la sua grande richiesta affidata al vento e alla speranza.

Ecco la lettera di appello che ha scritto e che vi proponiamo in formato integrale:

"Sono passati 20 lunghi anni da quella maledetta sera,ma nei miei occhi,nella mia memoria sono ancora rimasti e rimarranno per sempre indelebili l'immagini e i ricordi di quei momenti.
Ricordo ancora che pioveva intensamente,e che tirava un forte vento,se chiudo gli occhi mi sembra ancora di rivivere il tutto. Mi rivedo lì immobile sotto la pioggia con lo sguardo smarrito, a fissare il lampeggiare delle luci blu delle ambulanze che si preparavano a partire, risento ancora anche il suono assordante che emettevano le sirene delle auto della polizia che dovevano scortare quelle "Ambulanze della Vita". Ricordo che quel sibilo era l'unico suono che squarciava il profondo silenzio, quasi irreale che sovrastava nel piazzale antistante il reparto di chirurgia dell'ospedale di Livorno. Seguii affranto quelle luci lampeggianti finché piccolissime non scomparirono, poi piano piano quel suono assordante si affievolì, e il silenzio s'impossesso nuovamente dei dintorni,
Quelle ambulanze che frettolosamente s'allontanavano, stavano trasportando la "Vita" che tu Christian andando "via" avevi donato.
Nei miei ricordi, quella diventerà per sempre la più brutta serata della mia vita,ma per altri genitori, invece si trasformerà in una data bellissima, indimenticabile. In quella piovosa serata, avrebbero ricevuto una telefonata "speciale", una telefonata attesa da tanto tempo,una voce gli avrebbe comunicato che "vostro figlio si salverà" perché un "Angelo volato in cielo" aveva voluto fare un grande "regalo" ai propri figli, il più prezioso e più desiderato "Dono" : La Vita .
Ricordo che quella sera, sapevo meglio di chiunque altro quantificare il valore di quelle "magiche" parole: si salverà.
Quanto,quanto,inutilmente in quei due giorni trascorsi al tuo capezzale avevo sperato e desiderato più di ogni altra cosa al mondo di sentirle pronunciarle per te.
Quella sera,travolto dal dolore, provai anche mentalmente a vivere la felicità di quei genitori, felicità che strideva con l'immenso vuoto che s'apriva nella mia vita, un vuoto che mi avrebbe accompagnato per sempre.
Ma in quella sconvolgente serata non potevo assolutamente immaginare che da un dolore così grande e sarebbe nata una storia così meravigliosa e unica.
Tanto bella e significativa che dopo 20 anni mi ha portato a desiderare di conoscere colui che in quella indimenticabile serata ricevette il tuo "Magico Battito".
Ho aspettato tutto questo lungo tempo per cercare di esaudire questo mio desiderio,che nasce spontaneo da subito in tutti i genitori che hanno vissuto il mio solito dramma, perché non volevo essere presente nellavita di persone che già avevano tanto sofferto, non volevo e non voglio che loro si sentissero in debito con me.
Ma in questo lungo tempo trascorso da quella serata,tutto quello che ho vissuto grazie a te mi ha portato a desiderare di appoggiare la mia mano su quel petto per risentire nuovamente pulsare il tuo "Magico Battito". E mentre riascolto quel sublime "Magico Battito" vorrei raccontare a questa persona tutta la forza che tu "Magico Battito" mi hai trasmesso.
Vorrei raccontargli tutti i sorrisi che tu "Magico Battito" hai donato, vorrei raccontargli di tutte le lacrime di felicità che tu "Magico Battito" hai fatto scorrere.
Vorrei dirli che Lui ha nel petto il "Magico Battito" di un bellissimo ragazzo che è diventato un Icona d'Amore per tantissime persone.
Vorrei raccontargli tutto questo, ma se il mio grande desiderio Christian di risentire il tuo pulsare non s'avvererà, io comunque il tuo "Magico Battito" l'ho udito in tutte quelle volte che alzando gli occhi al cielo io ti mandavo un bacio per ringraziarti dell'aiuto e la forza che mi avevi donato per realizzare una storia così bella e significativa. Ciao amore ti voglio un bene immenso,un giorno ci rincontreremo e staremo insieme per sempre".
Babbo

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Addio Romano, l’uomo che sussurrava alle macchine da scrivere

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La sua "tana" in via Poggiali (zona piazza Magenta) era come quella di un gufo saggio, piena di polvere di vita, ricordi ed emozioni fatte di tasti, inchiostro e ticchettii (clicca sul link in fondo all'articolo per vedere la fotogallery).
Quando Quilivorno.it nel 2014 entrò all'interno "dell'officina per macchine da scrivere" per  raccontare una vita strepitosa, quella di Romano Falleni, classe 1932 ("di nome Romano perché sono nato il 21 aprile e la mia balia in pieno periodo fascista, disse a mia mamma che quel giorno era il natale di Roma", come ci raccontò in quell'occasione) capì subito che dietro le sue Olivetti Lettera 22, 32 o 44, le sue Everest modello 90, le tedesche Olympia o Continental, le svedesi Facit o le americane Remington, c'era molto di più di un semplice "riparatore". Romano Falleni avrebbe compiuto 86 anni a primavera. Si è spento così mettendo il suo ultimo punto su di un libro scritto completamente a macchina. I suoi funerali saranno celebrati lunedì 22 gennaio alle 15,30 nella chiesa di Santa Maria del Soccorso in piazza Magenta, a due passi dalla sua vita, a due passi dalla sua "tana".
Una storia incredibile degna di un film quella di Romano Falleni che noi di Qulivorno avemmo il piacere di raccontare in un'intervista che vi riproponiamo in questo link. Si spegne così l'ultimo riparatore di macchine per scrivere in Italia.  "Chi mi dovesse portare anche una Remington, ecco che tiro fuori il giusto nastro per farla tornare a cantare - ci disse nel 2014-  Aggiustare le macchine da scrivere è un po’ ridare la voce a una cosa inanimata".
E adesso, senza Romano, chi farà tornare a cantare questi pezzi di ferro senza voce?

La redazione di Quilivorno.it si stringe intorno alla famiglia in questo momento di dolore e porge ai familiari le più sentite condoglianze per la triste perdita
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TrasportiAMOli col cuore. Via alla campagna per l’incolumità dei piccoli passeggeri

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I  bambini trasportati sui veicoli possono diventare le  vittime di comportamenti superficiali, distratti o errati assunti dagli adulti quando sono al volante. Il corretto trasporto dei bambini sui veicoli può invece ridurre del 70% la possibilità di conseguenze gravi in caso di incidente stradale.
Molte, in tutti i paesi europei, le morti e disabilità acquisite (da trauma) causate da manovre errate, distrazioni, mancanza di uso o uso scorretto dei sistemi di ritenuta o protezione su auto e veicoli a due ruote.
Le regole servono per crescere bene e vivere in armonia con gli altri, i bambini hanno bisogno di regole e di coerenza negli adulti. L'insegnamento del rispetto delle regole non è quindi un'imposizione bensì un vero e proprio atto di amore. Questo principio vale in generale ma a maggior ragione quando si viaggia a bordo di veicoli. Certo vale la pena osservare le piccole ma importanti regole di sicurezza per i nostri "cuccioli", per questo ricordiamo ai genitori ed ai familiari di prestare attenzione durante la guida ma ancor prima di mettersi al volante, accertando di aver sistemato in sicurezza i minori.

Oltre a garantire l'incolumità dei piccoli, il rispetto delle regole da parte degli adulti significativi e dei bambini stessi ,favorisce la cultura della sicurezza stradale e dell'importanza dell'osservanza delle norme del Codice della Strada in generale.
Nel corso del 2016 e del 2017 la Polizia Municipale ha diffuso la cultura delle regole e delle buone pratiche presso i corsi pre-parto per le neo mamme, nelle parrocchie, nei centri commerciali ed alle manifestazioni cittadine sulla sicurezza e il sostegno alle disabilità con il progetto di Sicurezza Stradale "TraspotiAMOli col cuore". Quest'anno il progetto, coordinato dall'ispettore del corpo di Polizia Municipale, dottoressa Irene Tafi, prenderà inizio con l'appuntamento di sabato 27 gennaio 2018 alle 16 nei locali della Misericordia di Montenero sulle misure di prevenzione dedicate ai bambini.

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Nogarin: “Ricandidarmi? Ho pensato di no, ma è ancora tutto da decidere”

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I titoli dei giornali nazionali e di alcuni siti di informazione generalista, usciti domenica 21 gennaio, riportavano dei "virgolettati" del primo cittadino di Livorno, Filippo Nogarin, che non lasciavano spazio all'interpretazione: "Non mi ricandido". Una decisione, si leggeva negli articoli sopracitati, che sarebbe derivata dalle "troppe indagini penali e civili a carico del sindaco". "Quaranta cause civili e 5 penali. O sono un criminale alla Al Capone o… c'è un accanimento nei miei confronti". Queste le parole che venivano attribuite al sindaco labronico.
Dichiarazioni che Nogarin avrebbe fatto a margine del convegno del Movimento Cinque Stelle di Pescara. Frasi, pensieri e parole che però, in un post lanciato sulla pagina facebook del primo cittadino, vengono confutate, se non smentite.  "In realtà - spiega Nogarin raggiunto al telefono da Quilivorno.it - è stata una forzatura giornalistica. Ho semplicemente espresso dei pensieri ad alcuni vostri colleghi a Pescara, delle perplessità, dei ragionamenti sul futuro di una persona, nelle vesti di sindaco, che viene schiacciato da un meccanismo inesorabile per 24 ore su 24. Sono solo pensieri credo... umani. Ma è ancora veramente presto per dire se sì o se no. Soprattutto non c'entrano niente le indagini a mio carico. Con una battuta ho detto che di querele ne ho a chili per questioni disparate. Una anche perché ho fatto tagliare le siepi sul lungomare. Ma questo veramente, non condizionerà la scelta di candidarmi ancora o meno come sindaco di Livorno. Una cosa è certa: al momento vado avanti, quando sarà il momento deciderò e lo comunicherò ai livornesi".
"Al termine di quella che è stata la settimana più difficile per me, soprattutto dal punto di vista umano, qualche riflessione è d'obbligo - scrive poi Nogarin sulla sua pagina facebook - Quello che scrivono oggi i giornali nazionali è vero ma solo in parte: l'idea di non ricandidarmi a sindaco di Livorno mi ha sfiorato ma all'interno di un ragionamento molto più ampio e complesso. Non c'entra nulla l'alluvione del 10 settembre. Non passa giorno senza che io ripensi alle otto persone che hanno perso la vita in quel disastro, ma questo avvenimento non rappresenta certo il motivo principale per cui ho cominciato a riflettere sul mio futuro. Per il momento - scrive il sindaco - in ogni caso, si tratta soltanto di pensieri personali che mi sono venuti in una fase molto complicata del mio percorso.  Non c'è assolutamente nulla di deciso.  L'unica cosa certa è che io continuerò nel mio lavoro - conclude la sua arringa sulla sua pagina facebook - al servizio dei cittadini di Livorno fino al termine del mandato e solo nei prossimi mesi deciderò in che modo proseguire questo cammino. Quando avrò preso questa decisione, i primi cui lo comunicherò saranno proprio i miei concittadini, gli unici cui devo rendere conto".

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Ascoltato Nogarin: “Ecco cosa ho fatto e come andò quella notte”

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Alluvione. Una ferita ancora aperta nel cuore di Livorno. Oltre tre ore di audizione di commissione d'inchiesta svoltasi dalle 15 di martedì 22 gennaio all'interno nella sala consiliare del Comune di Livorno. Ascoltato dai consiglieri e dalla popolazione il sindaco Nogarin che, dopo un'ora di relazione dove ha esposto passo dopo passo cosa è stato fatto a partire dalle 13 di sabato 9 settembre fino alla mattina successiva (clicca qui per riascoltare la registrazione della diretta facebook), ha risposto alle domande dei consiglieri comunali intervenuti (clicca qui per ascoltare le risposte) ripercorrendo anche come andò quella notte e cosa ha fatto lui in prima persona durante quel tragico evento che il sindaco stesso ha definito di carattere millenario: "una pioggia così torrenziale si ripresenta con periodicità di 500-1000 anni", ha spiegato il sindaco ai microfoni della sala consiliare.
Rispondendo al consigliere del Partito Democratico, Alessio Ciampini, ha enucleato tutti i passaggi che lo hanno visto protagonista in quelle ore. "Ci siamo sentiti con i responsabili della protezione civile la sera precedente - ha spiegato Nogarin - e, visto che il massimo picco dell'allerta, che si trasformava da giallo in arancione alla mezzanotte, era previsto come vi dimostro con questi grafici (il sindaco si è avvalso di un proiettore e di un telo sul quale ha proiettato slide e fotografie del centro meteo regionale relative a quei giorni ndr) alle 10,30 di domenica 10 settembre e non nella notte come si è poi verificato, ci eravamo dati appuntamento alle 7,30 con la convocazione del Coc (Centro Operativo Comunale ndr). Alle 23,30 ero a riordinare i giochi di mia figlia dopo averla messa a letto e dove abito io, in zona Antignano, non veniva giù una goccia di pioggia, come dimostrano i dati idrografici dei rilevatori di Quercianella e Valle Benedetta della zona sud della città. Mi sono coricato e mi ha svegliato il cicalio di un allarme alle 5,30 la mattina in quanto la mia cantina era allagata e ho messo i piedi in 30 centimetri d'acqua. Io quella notte - specifica Nogarin in tono deciso - non ho ricevuto nessuna chiamata. Non sta a me dire i motivi. I miei telefoni erano accesi e funzionanti alle 23,30 sul mio comodino come quando poi mi svegliano nella notte per autorizzare un Tso. Non so perché non hanno squillato, volete farmene una colpa? La cella del ripetitore in quella zona si è guastata come dimostrano le tante testimonianze di residenti e negozianti che per giorni si sono lamentati di far fatica a comunicare con i telefoni. Soltanto dopo, uscendo di casa, percorrendo alcuni metri sono riuscito a ritrovare un po' di linea che mi ha permesso di ricevere le prime telefonate del responsabile della protezione civile Pucciarelli e così via".

[caption id="attachment_253787" align="alignright" width="300"]LA PALAZZINA DI VIALE SAURO DOVE HANNO PERSO LA VITA I COMPONENTI DELLA FAMIGLIA RAMACCIOTTI LA PALAZZINA DI VIALE SAURO DOVE HANNO PERSO LA VITA I COMPONENTI DELLA FAMIGLIA RAMACCIOTTI[/caption]

Il sindaco ha poi analizzato nel merito anche l'evoluzione di tutto quello che è stato dalla giornata di sabato con i vari bollettini meteo in continuo aggiornamento a partire dal primo delle 13 di sabato 9 settembre che indicava un allerta gialla che poi si sarebbe trasformata in arancione da mezzanotte di domenica 10. "Abbiamo seguito tutte le procedure pedissequamente", ha ribadito il sindaco in tono fermo illustrando tutti i passi e i bollettini meteo usciti dalla sala di allerta della Regione. A chi ha imputato al sindaco di aver "smembrato la protezione civile" a meno di due mesi dall'alluvione ha risposto che ha "semplicemente seguito la legge regionale 80 del 1° gennaio" e come "Leonardo Gonnelli, ex responsabile della protezione civile, fosse ancora, fino al 30 ottobre 2017, inserito all'interno dell'organizzazione che si preoccupa delle emergenze cittadine avendo ancora un cellulare di reperibilità per cui percepiva un'indennità di 300 euro annui".

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Mirco, il “guardiano” del tribunale. “Questa divisa sia da esempio”

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Per tanti è come il caffè al risveglio, come le campane la domenica in chiesa, come il discorso del presidente della Repubblica l'ultimo giorno dell'anno: una certezza. Passano le stagioni ma Mirco Cavallini, livornese di 54 anni, è lì. Da 13 primavere "guardiano" dei cancelli del palazzo di giustizia di via Falcone e Borsellino e da 25 stagioni al servizio delle forze dell'ordine come "guardia giurata".  "E' di qualche giorno fa la premiazione che ha voluto effettuare il mio istituto, il Corpo dei Vigili Giurati, nei miei confronti per i miei 25 anni di attività", spiega Mirco Cavallini a Quilivorno.it.
"Era il 1992 quando presi servizio per la prima volta con l'allora Cooperativa Liburnia. Venivo dall'esperienza della Labromare e nei miei occhi c'era ancora il disastro della Moby Prince. Quella tragedia che ancora oggi Livorno, e non solo, si porta dietro. Lavorai sodo insieme ai miei colleghi per le operazioni di bonifica ambientale. Poi mi capitò l'occasione di diventare guardia giurata e non ci pensai due volte".
Cos'è per te essere guardia giurata?
"Per me non è solo portare a casa uno stipendio. Non è solo un lavoro. E' qualcosa di più. Molto di più. Quello che in tanti non sanno è che noi giuriamo fedeltà a questo Paese e che noi quando siamo in servizio, che possa essere in strada, sopra un'auto di pattuglia o dovunque, rappresentiamo la legge. Noi, con questa divisa addosso dobbiamo essere un esempio, rappresentiamo un aiuto per il prossimo, rappresentiamo le forze dell'ordine. Non è una cosa banale".

[caption id="attachment_270160" align="alignleft" width="300"] MIRCO CAVALLINI DAVANTI ALL'INGRESSO DEL TRIBUNALE DI VIA FALCONE E BORSELLINO[/caption]

Che tipo di servizi hai svolto nella tua lunga carriera?
"Iniziai come ho detto ormai 25 anni fa in pattuglia notturna. Lì mi sono fatto le ossa, ti capita di tutto, vedi di tutto. Poi in porto, sulle navi, in centrale operativa, sui furgoni blindati e qui in tribunale".
Qual è la cosa che non dimenticherai mai?
"Sicuramente quando mi capitò di lanciare i soccorsi per un ragazzo di 18 anni, morente tra le mie braccia a Castiglioncello, vittima di un incidente stradale. Sono immagini che rimangono dentro, che difficilmente cancelli".
La cosa più strana che ti sia mai capitata?
"Una volta collaborai all'arresto di un comandante turco di una nave. Ero a far sorveglianza ad un clandestino e lui provò a corrompermi per farlo andare via. Venne da me con un pacco di dollari e io feci finta di accettare lo scambio. In realtà mi allontanai con una scusa e contattati il dirigente della polmare che intervenne con i suoi uomini per arrestarlo".
Hai mai avuto qualche "strana" tentazione con il lavoro che svolgi?
"Ho effettuato servizio sui furgoni blindati per diverso tempo su tutta la costa livornese fino all'estrema provincia a Sud. Mi capitò una volta di portare oltre 7 milioni di euro suddivisi in pacchi da 300mila euro. Sono tanti soldi, tantissimi anche solo da vedere. Ma mai, e ripeto mai, ho pensato a prendere un solo euro. Ribadisco: il nostro lavoro è anche una funzione morale, fatta da onestà e rispetto. Chi ci vede deve vedere in noi uno scoglio in mezzo al mare, un faro, un simbolo di integrità".
Come funziona il tuo lavoro qui in tribunale?
"Qui lavoriamo a turno con i colleghi in modo da garantire una totale copertura della sorveglianza di questo palazzo. Si tratta di controlli alle persone e di garantire sempre un occhio vigile su quanto accade. Una volta mi ricordo che una ragazza si tagliò le vene in aula Gip a seguito di una sentenza, un'altra volta che un giovane con un cazzotto spaccò il vetro della porta d'ingresso del primo piano, un altro che rubò un motorino qua dietro e lo fermai prima che portasse a termine il crimine, fino all'episodio di qualche settimana fa quando una donna mi minacciò con un coltello. Dobbiamo essere sempre pronti ad intervenire, sempre vigili. Qui in un secondo può scatenarsi, dal niente, un putiferio. Il livello di attenzione deve essere sempre al top".
Come è cambiato il tuo lavoro negli anni?
"Molto e in meglio. Adesso siamo molto più preparati e molto più formati. Io ad esempio ho un diploma di primo livello di antiterrorismo. Effettuiamo periodicamente corsi per anti-incendio, primo soccorso e non solo. C'è maggiore preparazione e consapevolezza. E poi un aspetto molto importante è quello legato alla tecnologia sempre più utilizzata nel nostro mestiere e sul quale puntiamo molto".
Cosa speri possa ancora migliorare nella tua professione?
"La speranza è che prima o poi riesca a passare la normativa che introduce il secondo in pattuglia. Come sapete il vigilante la notte si muove solo, ma il grado di sicurezza nell'essere in due a seconda delle situazioni, sarebbe maggiore e migliorerebbe sicuramente il servizio teso alla vigilanza dei luoghi".
Chiudiamo con una curiosità. Sei il vero e proprio "guardiano" di un palazzo particolare, di un pezzo di storia vero e proprio... è così?
"Io sono un amante della storia. Collaboro anche con le guide storiche di Livorno per alcuni tour guidati che si effettuano all'interno di questo palazzo. Non tutti forse sanno che questa era la sede dei frati gesuiti nel '700 e qui portavano a pregare i condannati a morte prima di accompagnarli al patibolo che era posizionato in piazza XX Settembre tra via Sproni e via Mentana. Qui venivano recitate le ultime preghiere nella cappella che ancora c'è qua al piano terra e che custodisco gelosamente. I frati, ve ne erano 18 in tutto, accompagnavano poi i detenuti nella loro ultima camminata da qui fino al luogo deputato per l'esecuzione per la quale veniva chiamato un boia da Santa Maria a Monte, molto in voga a quell'epoca".

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Moby. Le nuove verità della commissione: “Niente soccorsi al traghetto”. Rispoli: “Giornata storica”. Gli atti a due Procure

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Nuove verità, nuovi aspetti, nuova luce su un caso coperto da troppa nebbia per troppo tempo. Era l'aprile del 1991, ci sono voluti quasi 27 anni, troppe aule di tribunale, troppi fogli di giornale, troppe parole ma alla fine mai nessuna evidenza, nessun colpevole. Mercoledì 24 gennaio a Palazzo Giustiniani a Roma finalmente la relazione finale della commissione d'inchiesta davanti ai familiari delle vittime del Moby Prince e alla stampa nazionale (clicca sul link in fondo all'articolo per consultare le prime  64 pagine relative alle conclusioni della relazione resa pubblica a Roma).
Nelle prime 64 pagine delle 462 totali, che pubblichiamo si leggono le conclusioni a cui sono arrivati i parlamentari dopo oltre 100 audizioni. "La Commissione ritiene che non siano stati prestati i soccorsi dovuti al traghetto Moby Prince - si legge nella relazione finale - L’analisi della loro organizzazione ha portato la Commissione a confermare un giudizio di mancato coordinamento e di sostanziale assenza di intervento nei confronti del traghetto Moby Prince. La normativa attribuiva alla Capitaneria di porto precise e ineludibili  responsabilità nelle scelte e nella gestione  dei  soccorsi. Sin dai  primi minuti la Capitaneria avrebbe dovuto valutare la gravità della situazione e decidere se le forze disponibili fossero sufficienti e attivarsi nella ricerca della seconda nave. Le informazioni disponibili anche solo dall'avvisatore marittimo e tra i piloti del porto potevano consentire alla Capitaneria di individuare nell'immediato il traghetto come l’ultima nave uscita e che non rispondeva agli appelli".
E inoltre la relazione finale definisce "carente e condizionata da diversi fattori esterni" l'indagine della procura di Livorno. Ritiene che la petroliera "si trovasse in zona di divieto di ancoraggio'' e che il Moby Prince abbia avuto un'alterazione nella rotta di navigazione. Quanto ai soccorsi, alcuni passeggeri -secondo la commissione- potevano essere salvati ma durante le ore cruciali "la Capitaneria di porto apparve del tutto incapace di coordinare un''azione di soccorso" ed anche che "la vita per i passeggeri a bordo del traghetto durò per ore".
Qualcosa poteva essere fatto. Qualcosa doveva essere fatto. "Adesso è scritto nero su bianco - commenta Loris Rispoli presidente dell' "Associazione 140" dei familiari delle vittime alla redazione di Quilivorno.it - La lotta non si ferma, adesso sappiamo la verità. Ci fermeremo solo quando avremo giustizia. Gli atti verranno inviati alla procura di Livorno e di Roma e i magistrati valuteranno se riaprire un'indagine alla luce di questi nuovi riscontri. Per Livorno - conclude Rispoli - è veramente una giornata storica. Ho parlato in aula alla fine della relazione, mi è scappato anche un vaffa per chi ha detto che Livorno dovrebbe rendergli grazie per aver salvato la stagione turistica. Accanto a me avevo il mio zainetto dove avevo piegato lo striscione che porteremo con noi finché non avremo giustizia. Sono stato felice di vedere in aula non solo la stampa nazionale che molto spesso dimentica questa strage e se ne ricorda in questi casi particolari ma anche i rappresentanti della  Svs, il sindaco Filippo Nogarin, Francesco Gazzetti per la Regione e  il presidente della Provincia Alessandro Franchi. Livorno era in quella sala".
"Sono onorato di  rappresentare oggi la Regione Toscana  da sempre vicina ai familiari delle vittime e di tutti coloro che dal 1991 si sono impegnati, senza arrendersi mai, per ricercare verità e giustizia”. Così il consigliere  regionale del Partito Democratico Francesco Gazzetti che mercoledì era a Roma dove in Senato la commissione parlamentare d’inchiesta sul Moby Prince guidata da Silvio Lai, ha illustrato la relazione finale.
“Una presenza - ha detto Gazzetti- per la quale ringrazio il presidente Rossi, e che rappresenta il segno tangibile della vicinanza determinata e convinta della Regione nei confronti dei familiari delle vittime e di tutti coloro che dal 1991 si sono impegnati, senza arrendersi mai, per ricercare verità e Giustizia. Ed oggi – prosegue Gazzetti- sono stato onorato di aver anche trasmesso un messaggio del presidente del consiglio regionale Giani che inviterà il presidente Lai ad illustrare la relazione finale della Commissione a Firenze. Un invito che si pone in perfetta continuità con l’impegno assunto dall’intero Consiglio che aderì alla campagna “io sono 141”. E questa è la parte ufficiale. Poi – continua il consigliere Gazzetti- c’è la parte personale. Quella di un livornese che la notte della strage era in porto a cercare notizie e che tornò a casa tre giorni dopo. Un giovane cronista di 20 anni che, in un'altra notte nera per la città, era, insieme a pochi altri, nell'aula del tribunale alla lettura della sentenza del primo processo per dare voce ai familiari delle vittime. Un livornese tra i livornesi che ha scelto di stare sempre dalla stessa parte, marciando per le strade della città per chiedere Verità e Giustizia e che, ovunque fosse e qualunque cosa stesse facendo, non è mai venuto meno all'impegno di sorreggere e sostenere quella richiesta. Un impegno che per me è anche l’unico modo possibile per cercare di meritare un’amicizia che considero un privilegio raro come quella che mi lega a Loris Rispoli. C’ero quella notte in porto, c’ero in quell’aula di tribunale, ho avuto l’onore di esserci oggi e ci sarò, ci saremo, anche domani. Sempre dalla stessa parte. Per chiedere Verità e Giustizia e per non dimenticare, mai”.

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Capitaneria, visita del Comandante generale a Livorno

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Ha fatto oggi tappa a Livorno, presso la sede della Direzione marittima della Toscana, il Comandante generale del Corpo delle Capitanerie di porto Guardia costiera l’Ammiraglio Ispettore Capo Vincenzo Melone, nel suo giro di saluti a tutto il personale del Corpo, prima di lasciare il testimone al suo successore, l’Ammiraglio Ispettore Giovanni Pettorino, attualmente al vertice della Guardia costiera ligure.
L’Ammiraglio è stato ricevuto con i rituali onori dal Direttore marittimo e Comandante della Capitaneria di porto di Livorno, Contrammiraglio Giuseppe Tarzia, e da uno schieramento formato dalle rappresentanze del personale dei 26 uffici marittimi della regione, isole comprese.
Commosso, l’Ammiraglio Melone ha voluto ringraziare ad uno ad uno tutte le donne e gli uomini in divisa per aver lavorato sempre con il massimo dell’impegno e della dedizione, fornendo il necessario supporto per il raggiungimento degli obiettivi che il Corpo quotidianamente persegue, soprattutto in tema di salvaguardia della vita umana in mare e di tutela dell’ambiente marino e costiero.
A testimonianza della propria gratitudine firmando il libro d’onore della Direzione marittima l’Ammiraglio Melone ha scritto: "Nel momento in cui il mio mandato volge al termine, in questa bella Direzione Marittima desidero esprimere tutto il mio orgoglio per essere stato il Capo di una Organizzazione che riesce a fare tanto con poco. Tutto questo grazie al grande lavoro che tutta la nostra gente quotidianamente mette in atto. Siate ambasciatori del Corpo, facendo conoscere a tutti la bellezza della nostra missione".

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